Ha ricevuto l’omaggio di tutto il mondo calcistico nella serata più amara: Toni Kroos ha detto addio al calcio giocato con la delusione più grande, l’eliminazione ai quarti dell’Europeo giocato in casa ad opera della Spagna ma non ha rimpianti e al podcast “Lanz & Precht” organizzato dal canale televisivo tedesco ZDF spiega il no alle maxiofferte degli arabi, scatenando però una polemica legata alla vivibilità in Germania.
Kroos ora vuol godersi la vita
A 34 anni Kroos avrebbe potuto continuare a giocare ma l’ex Real ha detto stop: “Come calciatore è sempre difficile per me lamentarmi di non avere abbastanza tempo. Un normale lavoratore esce di casa molto presto la mattina e torna molto più tardi la sera, io però ho sofferto il fatto di non poter stare con i suoi figli nei fine settimana a causa delle partite. Non ho mai preso in considerazione l’opzione di andare a giocare in Arabia Saudita, ho guadagnato più che abbastanza negli anni al Bayern e al Real Madrid. Se non posso vivere bene con questi soldi, probabilmente non ci riuscirei con nessuna somma”.
Per Kroos la Germania paese troppo pericoloso
Poi arrivano le bordate alla Germania, quando rivela che la sua intenzione è quella di restare a vivere in Spagna dopo aver appeso le scarpe al chiodo “perché la Germania non è più un paese come lo era 10 anni fa, quando ce ne siamo andati, se lo confronto adesso con la Spagna. Ad esempio, Ho una figlia di 7 anni. Quando compirà 13, 14, 15 anni, e se qualcuno mi chiedesse: “Lasceresti uscire tua figlia alle 23 in Spagna quando ha 14 anni o in una grande città tedesca? Direi in Spagna”.
Sul fenomeno immigrazione nel Paese di appartenenza poi Kroos ha riflettuto: “Sono felice che la Germania possa accogliere le persone a braccia aperte ma il fenomeno è troppo poco controllato. Abbiamo sottovalutato il fatto che non tutti possono andare bene per noi, e che se non siamo in grado di distinguere tra chi va bene e chi no, questo finisce per causare problemi, che portano i tedeschi a essere sempre più divisi. Anche se l’idea che queste persone, di cui abbiamo ovviamente bisogno, possano venire è sensazionale in termini assoluti”.
Ultima riflessione su come gestire la delusione per la sconfitta: Se questa capacità viene persa nella società, allora nasce un’ipersensibilità tra le persone che non riescono più ad affrontare le proprie sconfitte personali”.