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Mondiali: Chi è favorito e perché, come stanno le magnifiche otto

La corsa al Mondiale entra nel vivo. Con gli ottavi in archivio è tempo di bilanci, per scoprire come stanno le magnifiche otto e chi è la favorita al titolo

Pubblicato:

Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Archiviati gli ottavi, dopo due giorni di stop, il Mondiale in Qatar torna ad accendere i riflettori con i quarti di finale. Si inizia venerdì 9 dicembre, alle ore 16 italiane, con Croazia-Brasile e si chiude sabato 10, alle 20.00 con Francia-Inghilterra. Nel mezzo, Olanda-Argentina e Marocco-Portogallo. A questo punto della competizione, per tutta una serie di fattori, la favorita resta il Brasile. Scopriamo il perché e come arrivano ai quarti le magnifiche otto.

Brasile, la squadra da battere

Trentasei minuti per schiantare la Corea del Sud agli ottavi. La Seleção di Tite approda ai quarti a ritmo di samba e resta la contendente più accreditata al titolo. Dopo l’indolore passo falso contro il Camerun nell’ultima giornata dei gironi, figlio più che altro di una qualificazione ormai acquisita e delle scelte dello stesso Tite, che ha dato largo spazio alle seconde linee, i verdeoro arrivano lanciati alla sfida contro la Croazia.

La prima mezz’ora abbondante messa in mostra contro i coreani conferma le qualità di una nazionale matura e che sembra pronta a tornare sul tetto del mondo a vent’anni di distanza dall’ultima affermazione. Il recupero, anche se non al top della condizione, di Neymar è fondamentale, ma il Brasile ammirato fin qui in Qatar è sembrato per larghi tratti un’amalgama perfetta, capace di regalare spettacolo, divertendosi e facendo divertire i suoi sostenitori. Resta la squadra da battere.

Francia, i campioni reclamano il loro trono

Ancora leggermente dietro al Brasile nei pronostici, la Francia è certamente tra le squadre che hanno meglio figurato nella rassegna iridata. Anche per i campioni in carica, sconfitta all’ultima del girone figlia del turnover, ma la prova agli ottavi contro la Polonia non lascia dubbi sulle potenzialità di un gruppo che restituisce l’impressione di poter spaccare la partita in ogni momento e manda un messaggio chiaro all’Inghilterra.

La spinta è spesso arrivata dagli “italiani” del gruppo, con un Rabiot autentico trascinatore, uno Giroud eterno ragazzino a non far rimpiangere il Pallone d’Oro, Benzema, e un Theo Hernandez come arma in più, che Deschamps si è trovato in campo a mo’ di un cadeaux dopo la staffetta di famiglia obbligata per l’infortunio di Lucas nella gara d’esordio contro l’Australia. E, poi, c’è lui: Kylian Mbappé, già cinque reti e la benché minima intenzione di fermarsi.

Argentina, obiettivo: “guarire da Messi”

Chi ai quarti ci arriva un pochino con il freno a mano tirato è l’Argentina di Scaloni. Anche contro l’Australia, l’albiceleste ha dimostrato una sorta di timore referenziale dettato dalla posta in gioco, più che dagli avversari. La presenza di Messi è croce e delizia. L’asso di Rosario illumina e toglie le castagne dal fuoco, ma la sensazione, quando si vede giocare questa Argentina, è quella di una squadra ossessionata dall’obiettivo finale.

Ok, sarà l’ultimo tango di Messi in una Coppa del Mondo. Ok, voler spingere la Pulgar verso la conquista dell’unico titolo che manca nella sua sconfinata bacheca. Ma il “Messi-centrismo” di questa Selecciòn, alla lunga, rischia di costare caro. E questo vale soprattutto per i più esperti, perché la spinta di giovani già maturi si è vista eccome. Su gente come Enzo Fernandez e Julian Alvarez deve aggrapparsi questa Argentina. Messi continui a stupire, ma servirà freschezza, mentale prima che di gambe, per superare l’Olanda.

Inghilterra, muscoli, classe e voglia di rivalsa

To be, or not to be, that is the question. Questa Inghilterra arriva ai quarti con il massimo dubbio amletico di shakespeariana memoria da risolvere. E non sarà facile, visto che, nonostante le ottime prestazioni messe in mostra in Qatar, il destino ha scelto di regalare ai Tre Leoni un quarto di finale di lusso contro la Francia. Per quanto espresso in campo dalle due rappresentative, questa si preannuncia come la prima finale anticipata del torneo.

I venti minuti a cavallo dei due tempi con cui l’Inghilterra ha regolato 3-0 il Senegal agli ottavi sono lo specchio di una nazionale dalle mille risorse. Un mix perfetto tra gregari d’esperienza, la classe del nuovo corso, l’ottimo stato di forma e la grande voglia di rivalsa. Senza trascurare un Kane finalmente sbloccatosi, l’Inghilterra di Southgate continua a scalare posizioni nella graduatoria delle favorite al titolo. Mbappé e compagni sono avvisati… è in arrivo un uragano.

Portogallo, who needs Ronaldo?

Partire dalla questione Ronaldo per parlare di questo Portogallo potrebbe sembrare riduttivo, ma è necessario. Sì, perché CR7, per stessa ammissione del ct Santos, resta il capitano dalla Seleção das Quinas e perché con molta probabilità, pur partendo ancora dalla panchina e pur con la tanta classe in campo, sarà a lui che ci si aggrapperà quando arriveranno le difficoltà.

Difficoltà che, a dire il vero, per il momento, è stato lo stesso cinque volte Pallone d’Oro a creare, in un gruppo capace di disintegrare letteralmente la Svizzera agli ottavi. Protagonista assoluto del 6-1 finale rifilato agli elvetici, proprio il sostituto dell’ex Juve e United: Gonçalo Ramos, autore di una tripletta. Il tabellone gioca a favore dei lusitani, chiamati a superare il Marocco. Nulla può darsi per scontato, certo, ma forse nessune in questo mondiale può permettersi il lusso di pescare dalla panchina risorse del calibro di Cr7 e Rafael Leao.

Olanda, don’t stop me now

Gli Oranje sono lo specchio del loro ct, Luis Van Gaal. Calcio non esattamente a braccetto con la spettacolarità, ma concreto e con grande capacità di restare in partita dal primo all’ultimo minuto, interpretando al meglio le situazioni e accelerando quando serve. Il 3-1 contro gli Stati Uniti ne è prova lampante.

La sfida ai quarti contro l’Argentina è, insieme a Inghilterra-Francia, quella con il risultato più incerto. La certezza, per Van Gaal, risponde al nome (e alla classe) di Cody Gakpo, ma i segnali più che positivi dati da Dumfries e Van Dijk agli ottavi hanno fatto alzare le probabilità di successo finale di questa Olanda, fatta di qualità e concretezza. È il momento di continuare a correre.

Croazia, duri a morire

Tre pareggi, un unico successo nei novanta minuti e cinque reti messe a segno (di cui ben quattro nella vittoria contro il Canada). Eppure la Croazia è ancora in Qatar e si giocherà da vicecampione del mondo in carica l’accesso alla semifinale con il Brasile. I perché di questo traguardo sono da ricercare in una buona dose di fortuna (vedi errori di Lukaku), certo, ma anche nella solidità difensiva, che fin qui ha concesso solo due reti.

L’approdo ai quarti, conquistano dopo i rigori nell’infinita sfida contro Giappone non è stato semplice, ma ha regalato al ct Zlatko Dalić e ai suoi un grande Livaković e la voglia di non fermarsi. Anche perché, la classe e, soprattutto, l’esperienza non mancano. Certo è che, Modric e compagni saranno chiamati a ritrovare presto lo smalto migliore se vogliono pensare anche solo di poter impensierire la Seleção.

Marocco, licenza di uccidere

Anche se a prima vista potrebbe sembrare destinato a interpretare il ruolo del classico vaso di coccio tra i vasi di ferro, questo Marocco non è arrivato per caso a giocarsi i quarti di finale del Mondiale. Il successo contro la Spagna agli ottavi porta la firma indelebile di Bounou, perfetto sui calci di rigore, ma sul cammino dei Leoni dell’Atlantide, c’è l’impronta di Hoalid Regragui.

Con una difesa impenetrabile – appena un gol subito, peraltro ininfluente dal Canada nei gironi – e la crescente consapevolezza nei propri mezzi, i nordafricani si godono l’ottimo stato di forma di talenti unici come il sogno milanista, Ziyech e l’ex Inter, Hakimi, e, dopo aver eliminato il Belgio e le Furie Rosse di Luis Enrique, preparano lo sgambetto al Portogallo. Le possibilità di successo finale sono risicate, ma se c’è una squadra che ha dimostrato di poter davvero stupire, fin qui, è proprio quella di Regragui.

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