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Paola Ferrari: Abbiamo consolato da flop Italia i tifosi con Notti Europee, vedrete ora alle Olimpiadi

La conduttrice del talk show su Euro2024 rimarca il successo della trasmissione e sogna di tornare a Domenica Dribbling, i retroscena a Il Giornale

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

La regina della seconda serata è lei, Paola Ferrari. Messa in fuorigioco da Alessandra De Stefano – ex direttore di Raisport che la aveva estromessa da tutte le trasmissioni di punta, prima dell’arrivo di Jacopo Volpi – la giornalista della Rai si è ripreso tutto con gli interessi e si gode il successo di “Notti Europee”, il talk-show in seconda serata di Rai1 che sta macinando ascolti oltre le aspettative nonostante l’eliminazione dell’Italia.

La formula vincente di “Notti europee”

Il programma, co-condotto da Marco Mazzocchi, viaggia con share altissimo con dati auditel sempre sopra il milione con picchi di due milioni e non ha risentito della precoce eliminazione dell’Italia agli ottavi per mano della Svizzera. Merito del clima ironico che hanno saputo creare i conduttori e di un team variegato con i vari Damascelli, Pecci e Righetti.

A “Il Giornale” Paola Ferrari rivela: «Sapevamo fin dall’inizio che potevamo essere eliminati, dunque abbiamo pensato di creare un programma piacevole, non solo legato al calcio, con un clima familiare e divertente, raccontando anche le storie dei calciatori. E siamo contenti di essere riusciti a soddisfare gli spettatori».

La Ferrari attacca Spalletti

Ovviamente anche Paola Ferrari è rimasta delusa dagli azzurri: «Mi è sembrato di guardare un film horror alla Dario Argento. Gli italiani ci sono rimasti male perché hanno visto una squadra senza cuore, senza orgoglio per la bandiera. Spalletti dovrebbe farsi da parte, è un grande allenatore ma con un carattere complicato. Non solo ha fallito dal punto di vista tecnico-tattico e come selezionatore ma soprattutto non è riuscito a creare un gruppo coeso».

«Io spero nelle mani di Ancelotti, che torni in Italia ad allenare la squadra del suo Paese. Se Spalletti è Dario Argento, Ancelotti sarebbe Sergio Leone. Ma mi piacerebbero anche Ranieri o Allegri. La nostra non è una squadra di brocchi e bisogna puntare sempre di più sul vivaio dei giovani. Ed è altrettanto importante che si faccia chiarezza al vertice del governo del calcio per non rischiare di restare fuori dai Mondiali per la terza volta».

L’impegno della Rai per le Olimpiadi

Anche altre nazionali hanno deluso: «Prendiamo la nazionale francese che arrivava favorita. Lo strascico delle prese di posizioni politiche ha creato una frattura all’interno della squadra. Le dichiarazioni forti del capitano Mbappé contro la Le Pen durante la campagna elettorale non sono state vissute bene da tutti i compagni e quindi, a mio avviso, hanno avuto una ripercussione negativa. In sostanza: la politica deve restare fuori dallo sport, che ha valori superiori a ogni ideologia».

Infine Paola Ferrari spiega come si difende la Rai senza il calcio in chiaro in A: «I costi dei diritti non sono sostenibili per una tv pubblica. Importante, allora, è lavorare di fantasia, costruire programmi attorno a quel che non si ha, raccontare le storie degli atleti come fatto con Domenica Dribbling che mi piacerebbe riproporre. Ora, comunque, pensiamo alle Olimpiadi e Paralimpiadi che la Rai seguirà per 360 ore totali».

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