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Supercoppa Milan-Inter 0-3 pagelle: comandano Dzeko e Bastoni. E alla fine arriva Lautaro. Pioli in tilt

Nerazzurri in trionfo a Riyadh: la 35esima Supercoppa italiana è dell'Inter che si aggiudica il derby contro i rossoneri e raggiunge i cugini a sette trofei complessivi. Il bosniaco migliore in campo. Messias e Diaz i peggiori

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La 35esima Supercoppa Italiana finisce nella bacheca dell’Inter che supera 3-0 il Milan a Riyadh e mette in cassaforte il primo trofeo stagionale. Apre le danze Dimarco al 9′ con un tocco da distanza ravvicinata a finalizzare una splendida manovra corale, raddoppia Dzeko al 21′ con una rete ancor più spettacolare firmata in tandem con Bastoni. Il tris, al 32′ della ripresa, è un capolavoro di Lautaro Martinez.

La curiosità è che i palloni dei gol, appena raccolti dalla rete, sono stati consegnati dall’arbitro Maresca al quarto uomo affinchè li chiudesse in una teca. Verranno venduti all’asta. Dopo ogni rete, il gioco è ripreso con un pallone nuovo.

Settima Supercoppa per l’Inter, raggiunto il Milan

Sette trofei a testa: Milan e Inter, dopo la vittoria nerazzurra dell’edizione 2022/23, sono appaiate nella speciale classifica delle squadre più titolate.

I nerazzurri, per altro, si presentavano all’appuntamento da campioni in carica e hanno difeso il titolo alla grande. Solo la Juventus ha fatto meglio: sono nove le Supercoppe italiane vinte dai bianconeri.

Fuochi d’artificio, i colori degli stemmi, qualche posto vuoto in un colpo d’occhio comunque affascinante al King Fahd International Stadium. Più tifo rossonero che nerazzurro, lo sguardo al cielo di Acerbi, gli occhi fissi in avanti di Giroud, Pioli e Inzaghi costantemente in piedi, primo pallone toccato da Diaz: inizia così la cavalcata che porta ai 90′ in cui l’Inter ha legittimato il successo in virtù di un primo tempo da applausi.

La vittoria dell’Inter per svoltare la stagione

Milan-Inter per una poltrona sola, un derby per fare svoltare la stagione: la sfida di Supercoppa italiana aveva un sapore particolare, non solo perché i meriti sportivi della stagione precedente hanno sancito che la finalissima fosse una stracittadina ma anche per un corso attuale – quello dei rossoneri e dei nerazzurri – che presenta qualche analogia importante.

Non sono arrivate a contendersi il primo trofeo della stagione in uno stato di forma ottimale ma l’impatto psicologico in virtù della vittoria potrebbe ora giovare all’Inter per il proseguo della stagione.

I problemi di Milan e Inter

Milan, in finale in qualità di campione d’Italia, appannato e in evidente calo di forma. Inter leggermente meglio nei risultati, meno convincente nel gioco.

I problemi del Milan: Giroud e Theo Hernandez giù di giri

Milan, in finale in qualità di campione d’Italia, appannato e in evidente calo di forma. I due pareggi consecutivi in campionato hanno lasciato qualche strascico: non solo per i punti persi dalla vetta – il Napoli capolista precede di 9 lunghezze – ma anche per una condizione di forma scadente dei reduci dalla Coppa del Mondo.

Che Stefano Pioli abbia pagato più di altri la competizione mondiale è innegabile: i pessimi rientri di Giroud e Theo Hernandez su tutti, poi l’uscita anzitempo dalla Coppa Italia per mano di un Torino capace di sbancare San Siro dopo aver giocato per buona parte della gara in inferiorità numerica.

I problemi dell’Inter: cercasi Lukaku disperatamente

Dopo l’exploit casalingo contro il Napoli – a oggi, l’unica sconfitta subita dai partenopei in massima serie – hanno fatto seguito prove scialbe contro Monza – pareggio esterno – e Verona – vittoria con il minimo scarto.

Tanta fatica anche in coppa Italia, dove le sono serviti i supplementari per vincere le resistenze del Parma di Gianluigi Buffon. Ancora: il caso Lukaku, sparito dai radar e inconcludente come poche altre volte in carriera. Anche per lui, psicologicamente devastante l’esperienza del Qatar, dove è stato tra i maggiori indiziati per la pessima figura del Belgio.

Ripartire dalla stracittadina della Madonnina, anche se la Madonnina sta confinata a migliaia di chilometri da Riyadh, che ha ospitato il match, per una boccata d’ossigeno vitale: mettere innanzitutto da parte un trofeo e cominciare a dare un senso a una stagione che potrebbe non riservare altre gioie; in secondo luogo, risollevare un morale che, da ambo i fronti, non vive momenti di grandi slanci.

Ricompattarsi: vincere serviva a entrambe come il pane per ricompattarsi.

Il debutto del fuorigioco semiautomatico

Tra le grandi novità introdotte in occasione della sfida di Supercoppa, c’è anche quella del fuorigioco semiautomatico, già sperimentato nel corso dei Mondiali in Qatar con l’intenzione di cancellare in maniera pressoché definitiva i fuori gioco più discussi nel corso di un match.

Attraverso la tecnologia, si aggiunge un guardalinee elettronico con l’intento di ricostruire con precisione quasi assoluta se un calciatore è in posizione regolare oppure no.

Il fuorigioco semiautomatico: tutto quello che c’è da sapere

Pioli sceglie Kjaer e Diaz

Stefano Pioli conferma il modulo con il tridente dietro l’unica punta, Giroud, supportato da Leao, Messias e Diaz.

La vera sorpresa è in difesa, con il tecnico che lancia dal 1′ Kjaer di fianco a Tomori e manda in panchina Kalulu. Bennacer e Tonali in mediana, fasce affidate a Calabria ed Hernandez. Tra i pali Tatarusanu.

Inzaghi conferma Lautaro e Dzeko

Simone Inzaghi conferma il 3-5-2 con Skriniar, Acerbi e Bastoni a fare muro davanti a Onana.

La cinquina di centrocampo è composta da Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco. Coppia d’attacco confermatissima con Dzeko a sostegno di Lautaro.

Supercoppa Milan-Inter 0-3: la diretta live testuale

La Supercoppa italiana in Arabia Saudita

Derby meneghino di Supercoppa al King Fahd International Stadium a Riyadh, Arabia Saudita. La capitale del regno si accende negli inverni italiani per garantire alla stracittadina numero 234 una connotazione ancora più universale.

Il calcio globalizzato cui ci si va conformando sempre più ha stravolto metodi e usi: il pallone parla un linguaggio internazionale, rincorre spettatori d’ogni parte del mondo, punta a capitalizzare – anche economicamente – ogni possibile occasione.

Al di là del bene e del male, non esistono solo necessità di cassa a dettare percorsi innovativi, ci sono anche i dati di fatto.

Quelli che mostrano come sia sempre più influente anche un pubblico straniero, di appassionati e tifosi, cui si ha l’esigenza di restituire pari dignità. Ecco spiegato Riyadh al posto di Roma, il King Fahd International Stadium anziché lo stadio Olimpico – sede naturale della finale di Supercoppa – ed ecco il perché del calcio di inizio alle 20.

Supercoppa Milan-Inter 0-3 highlights della partita

Al 9′ il vantaggio dell’Inter, gol di Dimarco che finalizza una bellissima trama corale tutta di prima impostata da Dzeko, proseguita da Barella che serve al centro una palla al bacio per Dimarco, cui non resta che finalizzare.

Al 21′ lo straordinario raddoppio dell’Inter: rete capolavoro di Dzeko che va a chiudere con grande tecnica uno straordinario lancio di Bastoni direttamente su punizione dalla propria metà campo. Il bosniaco supera in dribbling Tonali e, defilato sulla sinistra, trafigge Tatarusanu.

Al 32′ della ripresa il tris di Lautaro Martinez. Sull’assist in profondità di Skriniar, Lautaro sguscia via dalla marcatura di Tomori e infila la palla alle spalle di Tatarusanu con un grande tiro d’esterno.

Milan-Inter 0-3 le pagelle

Le pagelle del Milan: Leao balla da solo

  • Tatarusanu 6,5: nessuna responsabilità sui gol. Per il resto, non è stasera che gli va imputato qualcosa, anzi: mette i guantoni in almeno tre occasionissime nerazzurre che sventa con grande prontezza di riflessi. Attento sempre, stavolta a non girare è stato il reparto che doveva salvaguardarlo.
  • Calabria 5,5: controbilancia una prima frazione di poco spessore con una ripresa nettamente più dinamica. Spinge poco nei primi 45′ e soffre incredibilmente il cambio di passo di Dimarco. Cresce nella seconda parte ma le lacune in fase difensiva, quando l’Inter tenta le ripartenze, sono tutte lì.
  • Kjaer 5: la sua ruggine ha attenuanti solide, l’assenza dai campi e la mancanza del ritmo partita sono una la causa dell’altra. Facile ritenere che tornerà ai livelli di un tempo, stasera è stato un primo passo concessogli con coraggio da Pioli ma più di una responsabilità in occasione dei gol nerazzurri le ha.
  • Tomori 5: che sia il pilastro della difesa rossonera, è un dato di fatto. Ha cercato l’intesa con Kjaer fin dai primi minuti ma ha pagato, soprattutto inizialmente, lo scotto di dovere affinare l’intesa. Non esente da responsabilità neppure lui in occasione dei gol nerazzurri ma cresce in maniera evidente con il passare dei minuti. Peccato per la debacle finale, quando Lautaro lo salta con tutta la facilità del mondo e va a chiudere la partita.
  • Hernandez 5: Theo ancora non c’è perché averlo così, a mezzo servizio e mai decisivo, è un po’ come non averlo. Inevitabile che sia uno di quelli chiamati a dettare il ritmo partita e a stravolgere i match con strapotere fisico e tecnica. Il problema è che non riesce a farlo. Quanto sei stanco, Hernandez?
  • Bennacer 5,5: gira a vuoto ma è il mediano più incisivo. Deve preoccuparsi di mettere le pezze e non può incidere in fase di impostazione. La mediana dell’Inter lo imbriglia, i compagni non lo aiutano. Nella ripresa è uno dei più attivi nel cercare di riprendere il match e trascinare i compagni.
  • Tonali 5: perde clamorosamente il duello tra omologhi con Barella. Primo tempo di affanno e difficoltà. Si porta addosso anche il dribbling secco con cui Dzeko lo salta e va a firmare i raddoppio.
  • Messias 4,5: fa poco, a tratti avulso dalla gara. Non si propone e non supporta in contenimento, tanta corsa e poca concretezza. Così non va.
  • Diaz 4,5: non ha sbocchi e non se li cerca. Evanescente, inoperoso, non tira fuori nemmeno quel colpo dal cilindro che pure gli appartiene. Male, male, male.
  • Leao 6: a un certo punto, quando vede che la squadra non gira, prova a risolverla da solo. Ci mette impegno, corsa, testa, iniziativa. Prova almeno cinque volte a prendersi palla sulla tre quarti e inventare qualcosa. L’unico a creare scompiglio nella difesa nerazzurra ma i suoi tiri, a Onana, fanno il solletico.
  • Giroud 5: generoso, fisico, lottatore. Uno che non si tira indietro però la condizione è quella che è. Fa a sportellate ma non riesce a far salire la squadra. Riceve pochi palloni e, quei pochi, non li gestisce a dovere.
  • Allenatore Pioli 5: il mister non è “On Fire” da qualche giornata. Abbiamo un problema. Calciatori stanchi e fuori condizione, intensità calata in maniera evidente, è saltato l’equilibrio tra reparti, non funzionano più nemmeno i cambi. Si parlerà tanto di mercato e si correttivi, di scelte sbagliate e di mancanza di carattere. La sensazione è che manchi tantissimo – al gruppo, allo spogliatoio, all’allenatore – una figura carismatica e incisiva. Uno che in queste circostanze avrebbe saputo come fare per caricare i compagni. Zlatan Ibrahimovic.

Le pagelle dell’Inter: Bastoni e Barella in vetrina

  • Onana 7: impeccabile nella gestione ordinaria, sempre presente in occasione degli straordinari. Ottimo coi piedi, puntuale in uscita, efficace nelle chiusure. Per una Milano, sponda rossonera, estremamente preoccupata per i destini del propria porta, ce n’è un’altra che può dormire sonni tranquilli per il prossimo decennio.
  • Skriniar 7: mette ordine, gestisce la retroguardia, fa il capitano quando c’è da stimolare i compagni o farsi sentire dagli avversari. Buona condizione di forma, anche la testa pare sul pezzo, le voci di mercato e di rinnovo non lo stanno destabilizzando.
  • Acerbi 7: giganteggia in difesa, nessuna timidezza in attacco, anche stasera si costruisce un paio di occasioni per andare in gol. L’acquisto più indovinato da parte dei nerazzurri è proprio lui: accolto da scetticismo da tanti, non da Simone Inzaghi che lo ha voluto fortemente. Meno male.
  • Bastoni 7,5: non sbaglia una chiusura, gestisce al meglio ogni spazio, gioca a memoria con i compagni di reparto. Già per questo merita un plauso, poi piazza il colpo da 90 servendo sui piedi di Dzeko un assist di 60 metri con cui offre al bosniaco la sfera del raddoppio. Magistrale.
  • Darmian
  • Barella 7,5: fa benissimo quello che risalta agli occhi – ovvero imposta, lancia i compagni, tenta l’ultimo passaggio – ma fa ancora meglio quello che non si vede a occhio nudo. Se Tonali non gira il merito è tutto del suo pressing, se Bennacer non trova spazi è perché se lo trova davanti ogni benedetta volta che ha il pallone tra i piedi. Esce perché non ce la fa più. Gigante
  • Calhanoglu 7: un uomo solo in regia. Ha preso le chiavi di casa e gestisce tutto lui: apre, chiude, riapre, richiude. Dopo Lobotka, il miglior regista del campionato italiano.
  • Mkhitaryan 6,5: ordine, disciplina, senso tattico, stavolta anche qualche incursione delle sue, cui ha disabituato. Fa il lavoro sporco per Calhanoglu e lo fa bene.
  • Dimarco 7: la migliore prestazione dell’ultimo mese. Di nuovo su livelli altissimi per intensità, quantità e qualità. Piaza un gol pesantissimo, dopo 9′, e consente ai suoi di giocare con grande tranquillità. Incisivo per tutta la partita: fascia in su e fascia in giù, fascia in su e fascia in giù. Infaticabile.
  • Dzeko 7,5: il motore gira subito bene, le gambe vanno, è il primo a mettersi in proprio e cercare l’iniziativa personale. Senza paura. Sa che l’esperienza, nelle gare secche, è un fattore fondamentale e ribadisce il concetto immediatamente, sia con i compagni che con gli avversari. Suo lo spunto decisivo per il vantaggio di Dimarco, suo il capolavoro con cui suggella con il raddoppio un assist clamoroso di Bastoni, sue altre due occasioni nitide in cui esalta i riflessi di Tatarusanu. Comanda lui.
  • Lautaro 7: è un altro Martinez. quello che fa da sponda, che si ritaglia un ruolo da comprimario, che si conforma al ruolo di spalla. Umile e generoso, non si risparmia. Poi fiuta la preda e capitalizza la migliore occasione avuta: manda a farfalle Tomori e insacca con una conclusione d’esterno.
  • Allenatore Inzaghi 8: non deve stravolgere, non deve rivoluzionare. Gli basta gestire. I suoi hanno mostrato di non sbagliare le partite che contano. La fiducia tra allenatore e squadra è inscalfibile, nonostante dall’esterno si provi spesso a trasformare uno spillo in una trave.

La pagella dell’arbitro: Maresca, quasi tutto liscio

Maresca 6,5: la terna funziona bene e va a meraviglia anche l’intesa con gli uomini al Var e quelli virtuali cui è affidato il fuorigioco semiautomatico. Gestisce con personalità: lascia giocare e sanziona solo per episodi eclatanti. Deve contenere in più di una occasione le frustrazioni dei calciatori rossoneri e l’impeto dei nerazzurri. Lo fa senza problemi.

L’albo d’oro della Supercoppa italiana

Con la vittoria dell’Inter nell’edizione numero 35 della Supercoppa italiana, l’albo d’oro si aggiorna in questo modo: Juventus sempre in testa alle più titolate, con nove trofei in bacheca, seguono con 7 il Milan e Inter, Lazio a 5.

Nei posti di coda il Napoli e la Roma a quota 2; una vittoria a testa per Fiorentina, Parma e Sampdoria.

Il calciomercato di Inter e Milan

Più di una le manovre in casa nerazzurra e rossonera. C’è tempo fino al 31 gennaio per i correttivi necessari.

Calciomercato Inter: sfumano Depay e Kessie

A tenere banco, in queste ore, sono anche le notizie relative al mercato di riparazione: nello specifico, il calciomercato dell’Inter passa attraverso una serie di nomi caldi che, con il passare delle ore, si sono raffreddati parecchio. Uno su tutti pare addirittura finito in ghiacciaia: si era vociferato a lungo e con insistenza del possibile scambio con il Barcellona tra Correa e Depay.

Di poche ore fa la notizia che l’olandese avrebbe optato per la permanenza in Spagna, sponda Atletico Madrid. Nessuna possibilità nemmeno per l’altro scambio di cui si è parlato per giorni: Kessie per Brozovic non s’ha da fare.

Sempre attuale, ma le speranze si affievoliscono con il passare dei giorni, il rinnovo di contratto di capitan Skriniar: dialogo impostato da tempo, mancano sempre 10 grammi per arrivare al chilo. E la sensazione fortissima è che l’addio sia una possibilità molto concreta.

Calciomercato Milan: serve un vice Maignan

Anche i rossoneri sono impegnati in più versanti. Capitolo rinnovi: chiuso in maniera positiva il discorso con Bennacer, c’è da attendersi una velocità diametralmente opposta prima di riuscire a strappare l’eventuale firma di Rafa Leao, potenzialmente voglioso di restare ma sempre vigile ad ascoltare gli interessi e le lusinghe che arrivano da tutti i maggiori club europei.

Poi, pare evidente che l’assenza dai campi, ormai di mesi, da parte di Mike Peterson Maignan stia diventando un caso da risolvere al più presto: serve un sostituto all’altezza, anche perché Tatarusanu non ha convinto.

Il calendario di Milan e Inter

Campionato e coppa europea – leggasi Champions League – per il proseguo della stagione di rossoneri e interisti. L’Inter, rispetto al Milan, è ancora in corsa per la Coppa Italia.

Serie A 2022/203 il calendario del Milan

Pausa lunga per il Milan, che torna a calcare i campi di gioco martedì 24 gennaio in occasione della trasferta contro la Lazio, che chiude il girone di andata di entrambe le squadre. A seguire, la sfida interna contro il Sassuolo il prossimo 29 gennaio.

Prima metà di febbraio di fuoco. Ancora derby il 5, in casa gioca l’Inter; il 10 si bissa il match con il Torino che diventa occasione di rivincita rispetto alla coppa Italia e il 14 è la volta della sfida di andata di Champions League valevole per gli ottavi di finale, a San Siro contro il Tottenham.

Le prossime partite e il calendario completo del Milan

Serie A 2022/203 il calendario dell’Inter

Sulla carta nerazzurri attesi da un paio di partite abbordabili che vanno a chiudere il girone di andata e riaprire quello di ritorno del campionato di serie A: Empoli in casa il 23 gennaio e Cremonese in trasferta il 28 gennaio.

A febbraio, oltre al derby contro il Milan del 5, arrivano anche le sfide contro la Sampdoria, in trasferta il 13, e l’Udinese, in casa il 18. A ruota, San Siro torna a vestirsi d’Europa per l’andata degli ottavi di Champions League, contro il Porto, il 22 febbraio.

Le prossime partite e il calendario completo dell’Inter

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